Il corteo che ha sfilato per le vie di Roma per dire 'no alla violenza contro le donne' è arrivato a piazza San Giovanni dove su un maxischermo verranno trasmessi dei video sulla violenza contro le donne, contro le lesbiche e contro i transessuali. Secondo le organizzatrici della manifestazione, alla quale hanno partecipato giovani dei centri sociali, vari coordinamenti femminili, le femministe 'storiche' ma anche diversi uomini, avrebbero partecipato al corteo almeno diecimila persone. In una piazza San Giovanni semivuota capannelli di manifestanti aspettano che prendano il via i filmati.
Lungo il percorso, il gruppo "Maschile plurale" ha distribuito volantini, in particolare agli uomini in cui evidenziava come la violenza sulle donne riguardi indistintamente i due sessi mentre, su alcuni distributori di condom delle scritte a favore della pillola abortiva: "Libere di scegliere, capaci di reagire, RU486 libertà è autodeterminazione".
Tra gli altri, molti i cartelli che indicano come la violenza di genere e lo stupro non siano un rischio solo per alcune categorie ma riguardi tutte le donne per il solo fatto di appartenere al gentil sesso. "Sono straniera = Sono una donna da stuprare", "Sono moglie = Sono una donna da stuprare", "Sono sola = Sono donna da stuprare".
La manifestazione contro la violenza maschile sulle donne è partita con un appello su internet, sul sito www.torniamoinpiazza.it, in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
La manifestazione è apartitica proprio per evitare ogni strumentalizzazione. Una manifestazione sempre attuale, non solo contro la violenza alle donne ma anche per chiedere il rispetto delle scelte delle donne, per questo ci sono molti riferimenti alla Ru486. "L'obbligatorietà dell'ospedalizzazione è una schedatura", spiega un'attivista arrivata in pullman da Bologna. "Il partito ha dato il suo sostegno ma non è una manifestazione di partito e noi partecipiamo nelle forme del rispetto come movimento delle donne", spiega Eleonora Forenza del Forum delle donne del Prc.
In Italia - ricordano li organizzatori una donna su tre, tra i 16 e i 70 anni, nella sua vita è stata vittima della violenza di un uomo. Secondo i dati dell'Istat, sono 6 milioni 743 mila le donne che hanno subito nel corso della propria vita violenza fisica e sessuale. Tre milioni di donne hanno subito aggressioni durante una relazione o dopo averla troncata, quasi mezzo milione nei 12 mesi precedenti all'intervista.
Ai danni di mogli e fidanzate i reati gravi: 8 donne su 10 malmenate, ustionate o minacciate con armi hanno subito le aggressioni in casa. Un milione di donne hanno subito uno stupro o un tentato stupro. A ottenere con la forza rapporti sessuali è il partner il 70% delle volte e in questo caso lo stupro è reiterato. Il 6,6% delle donne ha subito una violenza sessuale prima dei 16 anni, e più della metà di loro (il 53%) non lo ha mai confidato a nessuno. Gli autori sono degli sconosciuti una volta su quattro, nello stesso numero di casi sono parenti (soprattutto zii e padri) e conoscenti.
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